le ragioni dietro la chiusura temporanea delle Isole Færøe al turismo

IN BREVE

  • Ogni primavera, alcuni siti naturali delle Isole Faroe chiudono temporaneamente ai turisti.
  • L’obiettivo è preservare paesaggi unici e limitare gli effetti del turismo di massa.
  • Volontari selezionati effettuano lavori di manutenzione e accessibilità sull’arcipelago.
  • Iniziativa lanciata per sostenere un turismo sostenibile e mantenere l’equilibrio locale.
  • Ogni anno, numerosi candidati si candidano per partecipare a questa esperienza ecologica esclusiva.

Ogni primavera, le Isole Faroe, affascinante arcipelago situato tra Islanda e Norvegia, chiudono temporaneamente l’accesso ad alcuni dei loro siti naturali più emblematici. Questa misura, lontana dall’essere banale, riflette una volontà profonda di proteggere un territorio eccezionale e fragile di fronte all’aumento del turismo. Le chiusure stagionali permettono di mantenere i sentieri, preservare la biodiversità e incoraggiare un turismo sostenibile coinvolgendo volontari da tutto il mondo. Il successo di questa iniziativa, ma anche l’entusiasmo che suscita, testimoniano la necessità di reinventare la relazione tra viaggiatori e luoghi preservati.

Un arcipelago dai paesaggi preservati, minacciato dall’afflusso turistico

Sparpagliate nell’immensità dell’Atlantico settentrionale, le Isole Faroe si distinguono per i loro panorami selvaggi: scogliere ripide che si tuffano nell’oceano, montagne coperte di nebbia e villaggi tradizionali con tetti in torba. Questa provincia autonoma della Danimarca, che conta solo 53.000 abitanti, ospita ben oltre 70.000 pecore. Nel 2023, oltre 130.000 visitatori hanno percorso i suoi sentieri, ponendo con forza la questione dell’equilibrio tra scoperta e rispetto dell’ambiente.

Come in altre destinazioni sotto pressione, come alcune zone considerate a rischio o grandi città durante eventi importanti, il governo delle Isole Faroe ha fatto la scelta coraggiosa di prevenire piuttosto che dover curare. Pertanto, ogni anno, alcuni dei più bei siti dell’arcipelago chiudono temporaneamente a qualsiasi forma di turismo organizzato.

Azioni concrete per la preservazione di siti naturali unici

La chiusura temporanea delle Isole Faroe al turismo non è una semplice interdizione. Per alcuni giorni, scegliendo l’inizio del mese di maggio, solo 80 volontari selezionati in tutto il mondo possono calpestare queste terre, non come turisti, ma come custodi del patrimonio faroense.

La loro missione: mantenere i sentieri pedonali, rendere alcuni percorsi accessibili alle persone con mobilità ridotta, installare pannelli informativi ed effettuare piccole riparazioni nei villaggi. Questi sforzi consentono di mantenere una qualità dell’accoglienza notevole, preservando la natura e evitando la saturazione dei luoghi più apprezzati.

Un simile dispositivo ricorda l’importanza della gestione ragionevole della frequenza turistica, come intrapreso durante grandi eventi in altre capitali o in località termali a fine stagione.

Favorire il turismo sostenibile e l’impegno civico

Dal 2019, oltre 23.000 persone hanno desiderato investire in questa esperienza unica, dimostrando l’entusiasmo per una forma di viaggio responsabile. I volontari selezionati devono pagare il loro biglietto aereo, ma ricevono gratuitamente vitto e alloggio. Un dettaglio significativo: ripartono con un berretto di lana, confezionato da un artigiano locale, simbolo di un soggiorno all’insegna della convivialità e del ritorno all’essenziale.

Questo entusiasmo globale dimostra che molti viaggiatori vogliono non solo scoprire luoghi eccezionali, ma anche contribuire positivamente alla loro preservazione, in opposizione al turismo di massa talvolta distruttivo. Questo esempio si inserisce perfettamente in una dinamica internazionale in cui il rispetto dei territori è fondamentale, come suggeriscono anche la scelta di attrezzature adatte per un viaggio controllato o la gestione della frequenza nei grandi hub turistici.

Le ricadute e le prospettive per il futuro

Durante il tempo di chiusura, l’arcipelago si rifà il trucco. I sentieri vengono ripristinati, la natura si rigenera e l’infrastruttura turistica viene adeguata per accogliere i nuovi arrivati nelle migliori condizioni. Questa pausa annuale non solo rafforza il legame tra gli abitanti e il loro ambiente, ma preserva anche l’attrattiva intatta di queste terre, garantendo la loro accessibilità per le generazioni future. Per coloro che sognano di partecipare a questo progetto unico, le iscrizioni per l’edizione 2026 verranno aperte a partire da gennaio sul sito ufficiale Visit Faroe Islands.

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